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28 Marzo 2022
A come ASCOLTO
By Sara Caneponi, Business Partner A.Q.A Network
Qualche giorno fa mi trovavo al telefono con un amico e collega per una chiacchierata di confronto – chiacchierate come queste sono quelle che preferisco perché arricchiscono e mi appagano -. L’inizio della conversazione ha visto protagonista il mio amico, il quale mi ha confidato un’opportunità professionale che non aveva ancora il coraggio di ammettere nemmeno a se stesso.
Fin qui tutto bene.
Da lì si è aperto un discorso più ampio fatto di scambi di vedute su vari temi che oggi non possiamo non permetterci di osservare ed ho preso la parola.
E’ accaduto qualcosa di strano; ad un certo punto ho avvertito un vuoto.
Ho realizzato di essere in vivavoce e che lui stava scrivendo alla tastiera del computer; forse sbagliando, ho proseguito nel mio pensiero. Ad un tratto mi sono sentita chiedere “puoi ripetere questo concetto? Non l’ho compreso bene”.
Ecco cos’era quel vuoto che percepivo mentre parlavo ed a cui non ho dato importanza. Era la sua assenza di attenzione.
Lui mi stava sentendo, ma non mi stava ascoltando. E, cosa ancora più importante, io non mi sono sentita ascoltata.
Pensava sicuramente di riuscire a fare due cose contemporaneamente; non solo non ci è riuscito, ma io ho percepito che lui non era lì con me ed ho provato amarezza.
Non era Presente. Non era in mia compagnia con tutto sè stesso.
Risultato, mi sono sentita messa in secondo piano, rispetto all’oggetto del suo battere sulla tastiera del computer.
Qualcuno potrà pensare “che esagerazione!”.
In verità, secondo la mia esperienza e dai numerosi studi scientifici effettuati su temi collaterali, ascoltare significa prestare attenzione con tutto/a se stesso/a.
Che cosa significa esattamente?
Per prima cosa, significa mettersi comodi con il proprio corpo. Per poter dedicare la massima attenzione ad una persona o ad una situazione o ad una lettura o a ciò che, più in generale, ci interessa, occorre stare comodi.
Secondo. Focalizzare tutta l’attenzione sulla persona, la lettura, la situazione che richiede l’ascolto. Questo significa che la mente non può essere concentrata su più fronti contemporaneamente. L’epoca del multitasking anni ‘80 è finito da tempo.
Terzo. Ascoltare significa essere a totale disposizione dell’altro/a mettendo da parte i propri giudizi, pregiudizi, le proprie credenze, opinioni, convinzioni. Significa creare uno spazio di accoglienza di ciò che arriva da parte del nostro interlocutore senza filtri di alcun tipo; filtri che oggi vengono definiti dalla psicologia bias.
Quarto. Ascoltare non presuppone necessariamente una replica a quanto ci viene detto. La persona si sente ascoltata anche quando restiamo in silenzio. Anzi, per mia esperienza, su questioni molto profonde, il silenzio che nasce da uno spazio di autentico ascolto è la migliore risposta. Perché molto più spesso di quanto crediamo, ciò di cui si ha più bisogno è della presenza della persona a cui stiamo parlando e non di consigli particolari; dell’interlocutore che ci mette a nostro agio e si mette a disposizione per accogliere ciò che abbiamo da esprimere.
Quinto. Imparare ad ascoltare sè stessi permette di poter ascoltare gli altri.
Probabilmente ci saranno anche altri suggerimenti per mettere in atto un buon ascolto, ma a mio avviso questi sono i fondamentali.
Come riuscire ad ascoltare veramente?
Con l’allenamento.
Essere concentrati su ciò che si sta facendo richiede un allenamento costante, al pari di quello che fa lo sportivo per vincere le sue gare.
L’ascolto autentico, quello che viene dalla Presenza, dall’Esserci in tutto e per tutto è uno dei modi di attuare l’empatia, la nota intelligenza emotiva.
Occorre partire sempre da sè stessi per essere in grado di entrare in relazione serena con gli altri e con il mondo che ci circonda, comprese le sfide che ci chiama ad affrontare.
Senza una serenità interiore, senza la capacità di mettere da parte i propri schemi mentali e comportamentali andando oltre ciò che sembra, sarà difficile orientarsi in questo mondo sempre più sfidante e creare relazioni stabili, basate sulla fiducia, la solidarietà e l’autenticità.
Mai come oggi abbiamo bisogno di essere ascoltati e di ascoltare, di andare oltre le differenze, le divisioni, la dualità.
Ascoltare è un bisogno di tutti perché è un elemento fondante la relazione. L’essere umano si nutre ed evolve grazie alle relazioni.
Questo è un invito a lavorare su sè stessi per poter creare relazioni umane serene che sappiano andare oltre le forme, riconoscendo nell’altro/a l’essere umano che siamo ognuno di noi.
A.Q.A Network propone dei momenti formativi centrati sull’ascolto attivo.
Contattateci per un confronto. Vi ascolteremo.
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