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27 Giugno 2022
Eventi residenziali e luoghi comuni-spazio alle FAQ
By Fabio Rossi, Business Partner A.Q.A Network
Spesso quando si parla di corsi residenziali, vengono in mente alcuni luoghi comuni, come ad esempio l’immagine di eventi che assomigliano di più all’animazione di un villaggio turistico piuttosto che ad un corso di formazione vero e proprio.
L’immagine che viene evocata è quella di partecipanti sorridenti in pose poco adatte a quelle di un serioso manager, mentre giocano a giochi un po’ infantili o svolgono attività fuori dal comune, come ad esempio suonare tamburi, remare su una zattera o cucinare strane cose.
Cadere in questi luoghi comuni, fa perdere di vista il valore assoluto di questi momenti di formazione e di aggregazione aziendale ed i potenziali vantaggi che possono portare alle aziende.
In questo articolo abbiamo raccolto le domande più frequenti che ci vengono rivolte quando proponiamo all’azienda dei corsi residenziali ed abbiamo inserito il nostro punto di vista di formatori e agenti del cambiamento aziendale.
Quali sono i vantaggi nel fare un corso residenziale?
Non puoi pensare di ottenere risultati diversi se fai sempre le stesse cose nello stesso modo.
Un corso residenziale è l’occasione per portare le persone fuori dalle dinamiche quotidiane e per crearne di nuove.
Quando un’organizzazione ha bisogno di stimolare il cambiamento, dare una svolta o una scossa che stimoli le persone ad uscire dal consueto, i corsi residenziali sono una soluzione chiave.
Un corso residenziale permette alle persone di vedere l’azienda e i suoi problemi da un punto di osservazione esterno. Dall’esterno i problemi sono visti in prospettiva e vengono colte relazioni con il mercato, la società ed il mondo circostante che nella quotidianità non si possono vedere.
La residenzialità, cioè il distacco dall’ambiente quotidiano, permette di vedere le cose in prospettiva e di risolvere problemi talvolta ritenuti non risolvibili.
Questo è vero per i problemi ed anche per le relazioni tra le persone.
Con il passare del tempo le persone al lavorano adottano delle “modalità relazionali” dei clichè, delle consuetudini.
Queste consuetudini servono a dare sicurezza nei rapporti e nelle relazioni e quindi è difficile cambiare queste consuetudini e questi schemi mentre si rimane immersi nell’ambiente lavorativo.
Durante un percorso formativo residenziale le persone sperimentano nuovi modi di relazionarsi, cadono i vecchi schemi e le persone possono mostrarsi anche sotto una luce diversa da quella a cui tutti sono abituati.
Molte persone durante i corsi residenziali si stupiscono positivamente nel vedere come alcuni colleghi, trasportati in un’altro contesto cambiano completamente la propria personalità.
Alla fine, fare tutti quei giochi è bello ma dopo il corso cosa rimane?
Nella risposta a questa domanda c’è tutta la differenza tra l’animazione di un villaggio turistico e la progettazione di un corso di formazione residenziale.
E’ vero, nei corsi residenziali vengono progettati e programmati dei momenti di distensione e di gioco, ma a differenza di quello che avviene in un villaggio turistico, in questi percorsi formativi, il gioco è funzionale ad ottenere un obiettivo formativo, come ad esempio nei casi in cui si vogliono creare nuove relazioni di aiuto o di solidarietà tra i colleghi.
I corsi residenziali sono sempre progettati e tagliati su misura per l’azienda e per gli obiettivi che essa vuole ottenere da questi eventi formativi.
Il fatto di svolgere anche giochi tra colleghi e sempre finalizzato al raggiungimento di un obiettivo formativo.
Inoltre bisogna sfatare un mito: in un corso residenziale non si fanno soltanto dei giochi ma si fanno anche sessioni individuali e di gruppo che possono avere finalità molto diverse. Ci possono essere sessioni introspettive durante le quali si riflette sui problemi oppure sessioni di apertura verso l’innovazione durante i quali si avvia la progettazione di processi o si studiano le strategie per gli anni a venire.
In conclusione, per rispondere alla domanda “cosa rimane al termine di un percorso formativo residenziale” si può rispondere che se il percorso formativo è stato ben progettato, le persone rientrano con nuove consapevolezze e un nuovo modo di comunicare, di interagire e di risolvere i problemi con i propri colleghi
Come è possibile rimanere 2 giorni isolati dall’azienda?
Questa è di solito una delle più grandi paure e preoccupazioni dei manager aziendali.
La prima risposta provocatoria che si può dare questa domanda è che se la vostra azienda non è in grado di funzionare per due giorni senza i vostri manager allora significa che c’è proprio bisogno di un bel corso di formazione residenziale.
Spesso i manager ritengono di essere indispensabili e non sostituibili ma quello che si nota in realtà è che le aziende sono più robuste di quanto i manager stessi non pensino e alla fine, le aziende sono in grado di funzionare bene anche se i manager non sono presenti sul campo per un paio di giorni.
Nella nostra azienda ci sono alcune persone che non si parlano nemmeno, come possiamo portarle in un corso residenziale?
Nella progettazione di un corso residenziale si parte da una analisi delle attuali dinamiche relazionali tra i partecipanti attraverso interviste o incontri con le figure chiave dell’azienda.
Conoscere queste criticità serve proprio ad impostare il percorso formativo in modo da gestire correttamente dinamiche relazionali difficili come ad esempio conflitti sotterranei o antipatie.
In base agli obiettivi del percorso formativo si possono creare le condizioni affinché queste criticità vengano risolte oppure non vadano ad incidere negativamente sul risultato atteso.
Alla sera, chi abita vicino alla sede del corso può tornare a casa?
un percorso formativo residenziale viene progettato sull’arco di tutte le 24 ore in cui le persone sono in contatto.
questo significa che vengono progettate anche le attività svolte nelle ore extra-aula come ad esempio l’orario che precede la cena e le attività da fare alla sera.
In alcuni casi le aziende concedono ai propri dipendenti la facoltà di rientrare a casa alla sera. Questo di solito succede prima che il corso avvenga e risponde alla naturale ansia che coglie i partecipanti di fronte alla prospettiva di stare lontani dalla propria zona di confort (casa, famiglia, lavoro) per tanto tempo.
Salvo i casi di forza maggiore è importante che tutti i partecipanti restino insieme durante tutto l’arco delle giornate dedicate al corso.
Il rimanere immersi nel gruppo residenziale favorisce ancora di più il distacco dalla quotidianità e la scoperta di nuove soluzioni e nuove idee.
Inoltre, con la persistenza di una convivenza comune, l’esperienza formativa del residenziale viene amplificata dall’esperienza emozionale positiva e coinvolgente dello stare insieme in una cornice suggestiva.
Oltre al Team Building in questi corsi cosa s’impara?
Chiedersi cosa si impara in un percorso formativo residenziale è improprio, o meglio, è limitante, è meglio chiedersi cosa si costruisce durante un percorso formativo residenziale.
Infatti la caratteristica dei corsi residenziali è che sono fatti per costruire qualcosa e per raggiungere gli obiettivi che l’azienda si è data.
Gli obiettivi che si possono raggiungere con un percorso formativo residenziale sono molteplici, ad esempio sì possono ridefinire le strategie di innovazione e di crescita dell’azienda per gli anni futuri.
Oppure si possono risolvere con soluzioni innovative problemi di produzione o di approvvigionamento oppure ci si può concentrare su nuovi modi di comunicare e di gestire i progetti.
La residenzialità agisce inizialmente da attivatore e poi da amplificatore delle nuove dinamiche e delle emozioni.
Lontano dai rumori della quotidianità si riescono meglio a cogliere i segnali deboli di un’idea e del cambiamento.
In un ambiente isolato e protetto le persone si trovano faccia a faccia con gli ostacoli da superare e le risorse da mettere in gioco per superarli, la funzione dei formatori non è quella di insegnare nuove tecniche ma di accompagnare i partecipanti in questo viaggio, in modo tale che possano mettersi in gioco e attivare nuove risorse individuali e di gruppo.
Noi i corsi di questo tipo li vediamo come un premio, un modo di stare insieme, l’evoluzione della “gita aziendale”, non è così?
Sì sicuramente la cornice suggestiva del corso residenziale è un incentivo ed un premio nei confronti dei partecipanti che sacrificano il proprio tempo per dedicarli ad attività aziendali.
Tuttavia, se vediamo questi corsi soltanto come un momento di svago e di vacanza perdiamo l’occasione di sfruttare tutto ciò che può essere utile e che può essere riportato in azienda anche dopo che il corso residenziale è terminato.
Se vengono fissati correttamente gli obiettivi e se la progettazione del corso è accurata i partecipanti possono sperimentare come all’interno di una cornice estremamente piacevole si possono ottenere dei risultati e attivare un cambiamento che può essere applicato all’interno dell’azienda al rientro dal corso.
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