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28 Settembre 2023
Perchè i dipendenti italiani lasciano il proprio posto di lavoro?
By Bubbles Events and Communication, Business Partner A.Q.A Network
Nell’ultimo anno le aziende italiane hanno affrontato, loro malgrado, il fenomeno delle dimissioni volontarie dal posto di lavoro.
Fenomeno che non sembra voler rallentare: quasi 2 milioni 200 mila le dimissioni registrate nel 2022, quanto emerge dalla nota trimestrale sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro (Sole 24 Ore).
Per fare chiarezza e affrontare questa situazione che crea non pochi imprevisti e problematiche agli imprenditori e alle imprenditrici italiane, noi consulenti di A.Q.A. Network ci siamo interrogati sulle ragioni per cui un dipendente sceglie di lasciare il proprio lavoro, a volte senza neppure averne già un altro.
Possiamo racchiudere in poche parole la necessità emersa: ricercare opportunità migliori.
Parole semplici in apparenza che in realtà nascondono una combinazione di fattori da analizzare attentamente.
Che cosa significa ricercare opportunità migliori? E come può un’azienda capire se sta offrendo ai suoi dipendenti delle opportunità competitive sull’attuale mercato del lavoro?
Cerchiamo di entrare più nello specifico.
Le persone che decidono di lasciare il proprio lavoro lo fanno per:
– cercare una posizione migliorativa in termini economici.
– cercare un lavoro che offra una crescita professionale.
– svolgere le proprie mansioni in un ambiente di lavoro più favorevole.
Tralasciando le cause personali, come ad esempio la necessità di spostarsi geograficamente, è importante per le imprese conoscere e comprendere queste motivazioni per mettere in atto delle strategie che permettano di valorizzare le persone ed evitare che esse cerchino altrove.
Per le imprese, soprattutto in questo momento storico, è fondamentale sapere che l’insoddisfazione che può derivare da cambiamenti significativi all’interno dell’azienda, da un eccessivo carico di stress o dalla mancanza di riconoscimento, può costare la fuga del personale.
Che i conflitti con colleghi, colleghe o superiori possono rendere l’ambiente di lavoro insostenibile, che è molto importante l’equilibrio tra lavoro e vita privata e che spesso c’è il desiderio di avanzare nella propria carriera e acquisire nuove competenze per crescere a livello professionale e personale.
Questo non significa che all’interno delle aziende non ci debbano essere conflitti o cambiamenti organizzativi o di leadership. Significa che le aziende devono essere consapevoli della delicatezza di questi momenti per saperli gestire nei giusti tempi e nei giusti modi affinché conflitti e cambiamenti siano utili e produttivi per la crescita aziendale.
Come detto le ragioni per cui le persone stanno lasciando il posto di lavoro sono svariate e complesse.
Le aziende che vogliono mantenere i loro dipendenti di talento, possono farlo utilizzando una comunicazione interna trasparente ed efficace e prestando attenzione alle esigenze delle persone coinvolte nella vita aziendale.
Si possono, ad esempio, prevedere durante l’anno delle attività dedicate alle risorse umane, dei programmi di formazione destinati alla crescita professionale, dei momenti di aggregazione in cui vengono condivisi gli obiettivi raggiunti e comunicate le sfide future.
Promuovere la collaborazione e il rispetto reciproco come cultura aziendale, sostenere la flessibilità dell’orario lavorativo, affiancare alla retribuzione mensile un piano welfare.
Queste sono alcune delle iniziative per creare un ambiente di lavoro in cui le persone si sentono valorizzate e motivate a contribuire al successo dell’azienda.
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