Benessere e welfare aziendale

  • 23 Novembre 2023

    Benessere e welfare aziendale

    Oggi come ieri ” l’importanza della persona al centro”
    By Massimo Adami, Business Partner A.Q.A Network

    Di questi tempi si sente spesso parlare di Benessere, di welfare aziendale, di sicurezza sul lavoro. A volte queste parole sembrano quasi evocare mostri cattivi, altre volte sembrano parole insignificanti o miti irraggiungibili; altre volte ancora ci si riempie la bocca, senza nemmeno sapere a cosa ci si riferisca.

    Mi sono recentemente imbattuto in un libro datato 1894. Ebbene sì, non è un errore di battitura: 1894. Il libro si intitola: “Dei mezzi di prevenire gli infortuni e garantire la vita e la salute degli operai” e garantire la vita e la salute degli operai nell’industria del cotone in Italia.

    https://www.ellelibri.com/prodotto/dei-mezzi-di-prevenire-gli-infortuni-e-garantire-la-vita-e-la-salute-degli-operai/

    Questa pubblicazione costituisce la pietra miliare della disciplina della sicurezza sul lavoro. Pubblicata per la prima volta nel 1894 in occasione del “Congresso internazionale degli infortuni sul lavoro e delle assicurazioni sociali” svoltosi a Milano, rappresenta un antesignano punto di vista imprenditoriale sul rapporto tra le esigenze della produzione e le istanze sociali di tutela delle maestranze operaie.

    Silvio Benigno Crespi (1868-1944) fu un imprenditore e un politico, noto, in particolare, per avere completato la costruzione del villaggio operaio di Crespi d’Adda, fondato dal padre Cristoforo nel 1878, e per avere rappresentato l’Italia alle negoziazioni che condussero alla sottoscrizione del Trattato di Versailles, nel 1919.

    Il villaggio operaio di Crespi d’Adda, ora sito UNESCO (https://www.crespidadda.it/il-villaggio-operaio-di-crespi-dadda/), è una vera e propria cittadina costruita dal padrone della fabbrica per i suoi dipendenti e le loro famiglie, dove ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi accessori.

    L’esempio del Villaggio Operaio di Crespi d’Adda va evidentemente contestualizzato al periodo storico. Spesso si ritiene che i Villaggi Operai in realtà rappresentassero una sorta di «ghetto», dove chi lavora nasce, cresce e muore senza poter vedere nulla al di fuori del contesto del proprio lavoro. Certamente, per l’epoca, il Villaggio Operaio rappresentava il miglior esempio di progetto realizzato da un imprenditore illuminato, che mise la PERSONA AL CENTRO.

    Siamo alla fine del 1800, non esisteva nessuna legislazione su orario di lavoro, lavoro notturno, lavoro minorile, sicurezza. Questa è la dimostrazione che l’attenzione alla salute e sicurezza sul lavoro partono dall’individuo; non è necessario che ci sia un obbligo normativo.

    Mi viene quindi da pensare che …. SI, SI PUO’ FARE.

    Ma che cosa si intende per WELFARE AZIENDALE OGGI?

    Con welfare aziendale si intende l’insieme di tutte le iniziative, benefit e piani messi in atto dal datore di lavoro per migliorare la qualità lavorativa e di vita del dipendente.

    L’obiettivo dell’attività aziendale è il benessere, tant’è che oggi il welfare aziendale è sempre più legato al concetto di wellbeing aziendale

    COSA RIENTRA NEL WELFARE AZIENDALE?

    Nel welfare aziendale possono rientrare somme, beni, prestazioni, opere, servizi corrisposti al dipendente in natura o sotto forma di rimborso spese aventi finalità di rilevanza sociale e per questo esclusi, in tutto o in parte, dal reddito di lavoro dipendente.

    Sono sempre più diffusi e costituiscono una valida opportunità i PROGRAMMI DI PROMOZIONE DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO.

    L’azienda si fa promotrice di buone prassi per incidere sugli stili di vita dei dipendenti, in modo che si riducano i rischi di insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili e si migliori il benessere della persona e dell’intera azienda:

    PRATICHE PER FAVORIRE L’ADOZIONE COMPETENTE E CONSAPEVOLE DI COMPORTAMENTI ALIMENTARI SALUTARI

    Frutta fresca e acqua disponibili in azienda

    menù sani per mensa aziendale o ristoranti convenzionati

    corsi con nutrizionista

    offerta sana distributori automatici

    PRATICHE PER FAVORIRE L’ADOZIONE COMPETENTE E CONSAPEVOLE DI UNO STILE DI VITA ATTIVO

    scale per la salute

    occasioni per svolgere attività fisica in azienda

    convenzioni con palestre/piscine

    mobilità attiva per il percorso casa –lavoro

    PRATICHE PER CREARE UN AMBIENTE DI LAVORO “LIBERO DAL FUMO” e INCENTIVARE LA CESSAZIONE e/o PRATICHE PER IL CONTRASTO A COMPORTAMENTI ADDITIVI (alcool, droghe, gioco d’azzardo)

    Policy aziendali

    Corsi di formazione

    Supporti e indicazioni per la cessazione

    collaborazione con il MEDICO COMPETENTE

    CONCILIAZIONE VITA-LAVORO

    Iniziative e buone prassi che incidono sulla organizzazione lavorativa e che permettono di intervenire sulla riduzione dello stress lavoro-correlato e alla diffusione del benessere personale e organizzativo

    orario flessibile

    campagne di screening per la prevenzione

    smart working

    banca ore

    Altri esempi:

    • educazione e istruzione (rette scolastiche, corsi extra professionali, asilo nido, ecc.)
    • servizi integrati di mensa e trasporto connessi all’educazione e istruzione (doposcuola e prescuola, scuolabus, gite didattiche, ecc.)
    • ricreazione (abbonamenti cinema e teatri, palestre, centri sportivi, viaggi, attività culturali, eventi sportivi)
    • assistenza sociale (assistenza domiciliare, case riposo, cura, ecc.)
    • sanità (check up medicina generale, cura alimentazione, terapie, ecc.)
    • assistenza sanitaria (rimborso spese mediche)
    • previdenza complementare (versamenti integrativi)
    • ticket lunch

    8 BUONI MOTIVI PER CUI LE AZIENDE DOVREBBERO OCCUPARSI DI WELFARE?

    1. migliora l’organizzazione aziendale
    2. riduzione dei costi sanitari legati alla malattia
    3. maggiore qualità dei prodotti e dei servizi
    4. maggiore innovazione
    5. aumento della produttività (+22% delta tra dipendente felice o disinteressato secondo Social Market Foundation, UK)
    6. calo dell’assenteismo
    7. migliore reputazione e immagine aziendale
    8. aumento dell’engagement del personale

    Oggi sono sempre più le aziende che come asset strategico sostengono la salute e il benessere dei dipendenti e li promuovono come fattori di sviluppo delle proprie risorse umane.

    Il costo del mancato benessere dei lavoratori tende ad innalzarsi per le aziende, perché troppi sono i fattori che incidono negativamente sul capitale umano riducendone coinvolgimento e performance.

    A.Q.A Network vi può supportare in questo percorso grazie ai nostri Professionisti della Sicurezza: contattateci per un primo incontro consulenziale gratuito!

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