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13 Febbraio 2018
Vecchie radici, giovani e forti rami – Il passaggio generazionale nelle PMI
By Hudy Dreossi, partner A.Q.A. Network
“Conclusa la tempesta e messa in sicurezza la nave, al porto i capitani di lungo corso stendono sui tavoli le mappe e si studiano nuove rotte, da affidare a navigatori muniti di GPS” potremmo descrivere forzatamente con questa similitudine quanto avviene in molte imprese italiane che superata la crisi, devono avviare un nuovo ciclo di investimento, per inseguire una fase positiva per la congiuntura europea. Superato il momento di difesa delle posizioni di fatturato e di margine, talvolta gestito con adattamenti di consolidate strategie alla mutata situazione e spesso con una rincorsa alla minimizzazione dei costi, è giunto il momento per costruire nuove soluzioni, nella quali posso partecipare ed emergere i nuovi capitani da forgiare.
Al cospetto di una circolazione sempre più trasparente dei capitali, che si muovono sulla base di prospettive oggettive, la difficile gestione dei rapporti commerciali sempre più spersonalizzata e volatile (in cui la perdita di una fornitura è decretata da un click) nonché i nuovi canali strumenti di comunicazione si pongono in rilievo valori quali una comunione d’intenti tra soci e soggetti aventi compiti gestionali ed un’armonia nei rapporti tra proprietà e risorse umane. In un ambiente economico perturbato, si riconosce un quale fattore critico di successo di un’impresa la capacità di fare squadra dei manager e la loro capacità di visione nel medio lungo termine. L’importanza di tali asset, difficilmente acquisibili sul mercato, ribadiscono la centralità delle famiglie imprenditoriali e la loro capacità di affrontare le situazioni nel modo più rapido e efficace possibile. La condizione di trovarsi “tutti sulla stessa barca”, tra soci e così con i soggetti a valore aggiunto, è fattore il punto di forza di realtà, spesso sotto capitalizzate e meno strutturate dei competitor europei che ambiscono malgrado le oggettive difficoltà gareggiare sul mercato globale. Dialogo, fedeltà e capacità di confronto, caratteri dell’ambito famigliare, sono driver che possono concorre al successo aziendale anche nel ventunesimo secolo, qualora abbinati a competenze trasferite ed a innovazione di processo.
Il triennio entrante caratterizzato da una crescita delle esportazioni e da una potenziale stabilità del mercato dei capitali appare a molti, per riprendere la similitudine della navigazione, il vento più per l’ingresso di una nuova classe imprenditoriale, che in molti casi fuori dalle nostre imprese ha acquisito esperienze, linguaggi e skills necessarie a sperimentarsi alla guida delle nostre realtà imprenditoriali. In tale periodo le imprese e gli attuali protagonisti potranno rilanciarsi e mettere in atto un piano per un costruttivo passaggio generazionale.
Aprendosi ad un confronto interno, le nostre imprese dovranno prepararsi ad affrontare un momento di “rottura”, nel quale i nuovi manager vengono “scoperti” e quindi valutati dagli stakeholder azienda. Dal canto loro, gli aspiranti imprenditori dovranno assumersi i rischi legati alla naturale severità di giudizio che si riserva al figlio d’arte, cui si richiede un immediato raggiungimento della performance.
È indubbiamente necessaria una sincera disponibilità al confronto che trova concretizzazione nell’acquisizione di una cultura della programmazione, nella responsabilizzazione dei soggetti coinvolti, nella definizione di un piano di compiti chiaro e nella definizione di momenti di collegiale valutazione dei risultati realmente acquisiti.
In una parola, è necessario un comune sforzo da parte della generazione matura e di quella entrante di mettersi alla prova e superare barriere e preconcetti per il raggiungimento dell’obiettivo comune dell’integrità aziendale e del manteniamo dell’organizzazione valore integrato nel patrimonio. Questo processo talvolta necessità dell’accompagnamento di soggetti terzi, collegati all’impresa ed imparziali rispetto alle dispute interne che naturalmente emergono in ambito famigliare.
Vogliamo immaginare che attraverso questa generazione di giovani preparati che hanno avuto l’opportunità di acquisire conoscenze tecniche, titoli accademici e formarsi all’estero, le nostre imprese possono avviare quel processo di managerializzazione e di introduzione di nuovi modelli organizzativi avviando il miracolo delle medie aziende italiane guidate da capitani di lungo corso, capaci di affrontare le tempeste, in organizzazioni flessibili, strutturate e capaci di intercettare le opportunità dell’internazionalizzazione.
Il network A.Q.A supporta i nuovi germogli delle aziende , preparandoli , formandoli e fornendo loro gli strumenti adeguati per farne degli Imprenditori Manager.Contattateci!
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