Il ruolo della componente emotiva nella leadership

  • 27 Maggio 2021

    Il ruolo della componente emotiva nella leadership

    By Fabio Rossi, Business Partner A.Q.A Network

    In ogni personalità esistono le potenzialità indispensabili per superare le sfide della vita e per raggiungere gli obiettivi desiderati, a condizione che la persona riesca a dare a tali obiettivi un senso esistenziale e di autorealizzazione sufficientemente attraente, come sostiene Martin Seligman1, caposcuola della psicologia positiva.

    In altre parole:

    tutto ciò che ci succede nella vita, viene elaborato dalla nostra mente alla ricerca di un significato (“perchè è successo questo”) e messo in relazione con il nostro scopo (“chi sono io?”, “qual’è il mio scopo personale?”).

    L’esito di questa elaborazione, non sempre consapevole, produce le nostre azioni.

    Bisogna ricordare sempre che le decisioni che si prendono e che fanno parte del nostro comportamento sono in diretta relazione con il nostro sentire interiore.

    Lo ha ben compreso il neuropsicologo Antonio Damasio2 che nei suoi libri, analizza il modo con cui si forma la coscienza e l’intelletto umano e come questo sia in forte correlazione con i sentimenti (il sentire biologico dovuto ai messaggi che il cervello riceve dal corpo) e le emozioni (come il cervello interpreta questi segnali interiori e li trasforma in sensazioni che portano all’agire).

    Riuscire a decifrare il flusso della vita emozionale, sia di sé che degli altri, diventa una premessa indispensabile per coltivare un buon clima relazionale e diventare protagonisti della propria vita.

    Una conoscenza intellettuale senza alcun “sentire interiore” resta circoscritta alla superficie delle cose e quindi è incapace di cogliere gli eventi umani in tutte la loro dimensioni. Il lavoro del leader richiede continuamente l’obbligo di prendere decisioni e ogni atto deliberativo non può che essere allo stesso tempo intellettuale ed emotivo.

    Le emozioni, i sentimenti non sono fenomeni transitori e occasionali ma ben incardinati nella vita cognitiva; ne sono parte integrante. Non esiste, per quanto si possa immaginare, un pensiero che sia asettico dal punto di vista emozionale. Al contrario, il pensiero è vivo se è arricchito di tali componenti, perché se le emozioni hanno bisogno di un pensiero per illuminare l’esperienza è altrettanto vero che il pensiero senza emozioni non sarebbe in grado di penetrare in modo esaustivo la realtà.

    Oggi, grazie agli studi delle neuroscienze, e in particolare alla risonanza magnetica funzionale (fMRI), siamo in grado di evidenziare le aree del cervello che si attivano (si accendono perché si tratta proprio di impulsi elettrici) mentre una persona sta facendo o pensando qualcosa. Jeffrey Schwartz3 ha realizzato un prospetto, riportato qui sotto, in cui mostra in modo schematico le diverse aree del cervello e le loro funzioni, in relazione al comportamento di un leader. La semplificazione è utile per darci un’idea del processo cognitivo e deliberativo e delle strade che si possono percorrere per arrivare a una decisione.

     

    Nel diagramma si vede come, dietro ad un segnale di allerta si attivino contemporaneamente due processi, un processo che coinvolge le funzioni celebrali più evolute (la neocorteccia) capaci di elaborare un pensiero strategico ed un processo che coinvolge gli strati celebrali più antichi e orientati ad agire in base a quello che si prova a livello soggettivo.

    La differente velocità di trasmissione dei segnali (il segnale proveniente dal paleoencefalo è molto più veloce del segnale elaborato nella neocorteccia) produce la sensazione che tutti noi abbiamo provato, di reagire ad un segnale in base all’istinto salvo poi accorgerci, immediatamente dopo, di aver fatto una sciocchezza.

    La notizia estremamente positiva che ci arriva dalle scoperte delle neuroscienze è che il nostro cervello è plastico, vale a dire in continua evoluzione, dal momento che crea infinite connessioni e configurazioni tra le sinapsi e i neuroni. Ma ciò avviene solo quando si trova di fronte a esperienze significativamente importanti in grado di produrre nuova conoscenza. La passività, l’abitudine, la ripetitività, i lavori di routine hanno scarso effetto in questo senso.

    Quando invece una nuova esperienza è così profonda da trasformarsi in una nuova abilità, anche a livello cerebrale si attua una modifica strutturale: il cervello cambia forma, come ci spiega bene Antonio Cerasa4 psicologo e ricercatore del CNR, secondo cui in quelle circostanze si verifica un aumento della massa neuronale e il nostro cervello diventa un “expert brain”.

    Il riesame delle attività, delle situazioni vissute, degli episodi della giornata sono un momento fondamentale per apprendere nuove modalità ed elaborare nuovi percorsi.

    Nello sport, il riesame della prestazione è il fattore principale di crescita ed è il compito principale di ogni bravo allenatore.

    Tutte le principali religioni, hanno inserito nella pratica momenti di “riesame della coscienza” come momenti di crescita e di rinascita interiore.

    Nella vita e nel mondo del lavoro, non sempre si colgono le occasioni per migliorare e crescere attraverso il confronto interiore del vissuto o attraverso il confronto con una terza persona esterna: i segnali e le distrazioni del nostro mondo (pubblicità, televisione, social, ecc.) tolgono tempo e portano la mente a cancellare rapidamente le esperienze (soprattutto quelle negative, che sono le più importanti) mantenendo la mente ancorata alle vecchie abitudini.

    La sessione con un coach o la pratica individuale di riesaminare la propria giornata lavorativa sono un esercizio fondamentale per il miglioramento della propria self-leadership.

    Contattateci per valutare insieme un percorso di Coaching.


    Riferimenti bibliografici:

    1 “La costruzione della felicità”, 2002, Sperling & Kupfer

    2 “Lo strano ordine delle cose” 2018, Adelphi

    3 “Fondamenti delle neuroscienze e del comportamento”, 1994, CEA Edizioni

    4 “Expert brain”, Franco Angeli editore, 2017

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