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6 Novembre 2024
I sì e i no di Piazza Cavour: le due sentenze del mese
A cura dell’Avvocato Matteo Pegoraro, Business Partner A.Q.A. Network
Sì al licenziamento del dipendente che usi un linguaggio aggressivo e scurrile con i clienti
L’addetto al banco macelleria di un supermercato era stato contestato dall’Azienda di essersi rivolto a un cliente in modo sgarbato e scurrile e licenziato per giustificato motivo soggettivo; dopo che la Corte d’Appello di Cagliari ha accertato la sussistenza dell’addebito e sottolineato “la volgarità e l’aggressività dimostrate dal lavoratore, peraltro nei confronti di una persona anziana”, e motivato la gravità della condotta per avere il dipendente “proseguito il diverbio, anziché chiedere scusa al cliente […], con toni sempre più accessi, dando uno spettacolo indecoroso e anche un po’ preoccupante”, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza 10 ottobre 2024, n. 26440, ha confermato la sentenza di appello, rimarcando la piena legittimità del licenziamento per giusta causa irrogato al lavoratore.
No alla riduzione dello stipendio del dipendente senza un accordo formale in sede protetta
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 9 ottobre 2024, n. 26320, confermando la decisione della Corte d’Appello di Milano, ha ribadito un principio fondamentale del diritto del lavoro: la retribuzione della lavoratrice e del lavoratore non può mai essere ridotta unilateralmente da parte datoriale, e, anche se non vi siano state modifiche alle mansioni o non vi siano crisi aziendali in atto, va sempre attuata una procedura di accordo formale in sede protetta. Così decidendo, i Giudici di Piazza Cavour hanno giudicato legittime le dimissioni per giusta causa di un dipendente a seguito di una riduzione del 10% della sua retribuzione e di modifiche al trattamento economico dell’autovettura aziendale.
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