-
19 Novembre 2019
Nuove tecnologie nel riciclo della plastica
by Giampiero Pizzolotto, Business Partner A.Q.A. Network
Dal 16 al 23 ottobre scorsi, si è tenuta a Düsseldorf il “K” la fiera triennale delle materie plastiche più importante al mondo. Per chi non ha mai avuto occasione di frequentarla basti considerare che ci sono una ventina di padiglioni dove sono esposte praticamente tutte le tecnologie che servono per realizzare tutti gli oggetti di plastica che ci circondano; dopo una visita a questa manifestazione sorge spontaneo domandarsi come sarebbe il mondo senza i polimeri e di quanti oggetti dovremmo fare a meno se ci rinunciassimo.
Il rovescio della medaglia lo conosciamo tutti: i rifiuti plastici ricoprono spiagge, fiumi e formano isole negli oceani; queste immagini stanno facendo il giro del mondo; di conseguenza, l’immagine della plastica non è mai stata così negativa come ora, raramente i dibattiti sull’impiego della plastica sono stati così densi di emozione; per di più lo stesso stato italiano ha deciso di tassare i packaging.
L’industria delle materie plastiche è chiamata a presentare concetti all’avanguardia, deve dimostrare la compatibilità tra plastica e tutela ambientale. Temi quali strategie, tassi di raccolta, processi di recupero, riciclaggio ed economia circolare sono più che mai in primo piano.
Non sorprende quindi che questi argomenti rientrino tra i temi chiave della fiera internazionale “K” e particolare interesse è stato suscitato dall’intervento del Dott. Thorsten Leopold responsabile della divisione internazionale di sviluppo del home care packaging della multinazione Henkel, il quale ha presentato i risultati del progetto pilota di produzione di flaconi di detergente per lana a marchio “Perwool”, utilizzando plastica riciclata mediante procedimento chimico anziché termomeccanico. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con la multinazionale produttrice di contenitori in plastica Allpla e con il produttore di materie prime plastiche Basf.
Il riciclaggio chimico consiste nel convogliare i rifiuti di plastica che non possono essere riciclati meccanicamente per la presenza di impurità, o perché costituiti di materiali multistrato, in appositi impianti che utilizzando processi termochimici con temperature che raggiungono gli 850 gradi, consentono di ricavare l’etilene e il propilene necessari per produrre il materiale plastico vergine. A detta del Dott. Thorsten, gli imballaggi prodotti utilizzando questi materiali riciclati chimicamente sono della stessa qualità degli imballaggi in plastica nuova.
Il potenziale di questo nuovo processo di riciclaggio è enorme, le risorse fossili possono essere sostituite con materiale riciclato derivante da rifiuti di plastica. Questo progetto rappresenta un importante passo avanti verso la creazione di un’economia circolare per le materie plastiche; inoltre la possibilità di ottenere un materiale di pari qualità a quello vergine consente di superare i limiti qualitativi della plastica riciclata mediante il procedimento termomeccanico, come ad esempio la scarsa trasparenza e la limitata gamma di colori ottenibili.
Bisogna comunque prestare attenzione e porsi alcune domande dato che il Dott. Thorsten nel suo intervento non ha chiarito né l’impatto ambientale dei processi chimici utilizzati per la trasformazione dei rifiuti, né la quantità di energia necessaria per innescare il procedimento.
Al di là di queste perplessità, questo filone di ricerca merita di essere seguito con attenzione.
Vi terremo aggiornati con le nostre newsletter e i nostri post su linkedin.
- Categories:
- Generale
Leave a comment
Comments(0)